Il solito andirivieni miscela incessante sensazioni e sentimenti.
Oggi la solitudine s'è fatta sentire, poderosa,
m'ha strattonato in mezzo ai visi, sorrisi, sguardi, braccia e mani tese,
ad accogliermi, a redimermi, a tutelarmi.
Il mio rifiuto, il mio rigetto dissimulato, corrugato è imploso,
lasciandomi ferito, contuso,
dalle schegge di un'empatia,
inesistente, inconsistente, mancante...
Una misantropia malcelata,
che mi fugge di mano, perché oleaginosa,
unta dall'incapacità di fingere, dall'inabilità a simulare.
Scappo quindi, presto,
per poter presto respirare,
a pieni polmoni
e soprattutto per levarmeli,
tutti,
dai coglioni.
2 commenti:
"Una misantropia mal celata, che mi fugge di mano, perché oleaginosa, unta dall'incapacità di fingere, dall'inabilità a simulare."
un pensiero nel quale mi ritovo completamente. ma come cazzo è che facciamo tanta fatica a PARLARE? io, i ruoli da public relations proprio non li sopporto, ma chi se ne frega!
Facciamo fatica a parlare, perchè nel mentre, spesso, la gente ci osserva, sgrana gli occhi, le froge, aggrotta la fronte, inebetita poi si scrolla di dosso frasi e ragionamenti... scuotendo la testa, se ne libera gettandoli in terra come fossero polvere, detriti, limatura.
Chi se ne frega?
Non lo so, a me: mimportanasega!
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