Un moto di rivolta, cerebrale,
dettato dalla necessità, di trovare,
quello che si è perduto e acquisire,
ciò che, forse, mai si è avuto.
Un equilibrio, fragile,
di voglie e necessità contingenti,
intervallate da vortici, ossessioni e tormenti,
che mulinano su di me,
facendomi perdere il controllo, la stabilità.
Un equilibrio revocabile da un sussurro,
da un brusio, da un fruscio,
da un vento, di fronda, leggero...
come quello di fine estate.
2 commenti:
l'attimo sospeso tra un pensiero ed un'azione ad esso non corrispondente è quello in cui ti giochi te stesso, la possibilità di pentirti o di liberarti per sempre da qualcosa che non sta nè in cielo nè, senz'altro, in te.
giocarsi se stessi, sapendo di perdere la posta in palio, sapendo di vincere la consolazione di un rammarico, dal quale potrai attingere, per sempre, per poterne scrivere.
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