30 marzo 2009

Ridano gli altri, stasera

Oggi quando mi hai detto:
- non pensavo fossi capace a resistere così a lungo agli attacchi!-
T'ho risposto:
- non sai tante cose di me, soprattutto che tra milioni di difetti, ho un pregio:
si chiama lungimiranza!-
La vita mi ha insegnato che le cose passano, inevitabilmente, che tu lo voglia oppure no.
E quando una cosa è passata, tu piano piano, inizi a dimenticarla, a smettere di pensarla!
Io lo so, che tra qualche tempo di questa situazione, me ne ricorderò ridendo,
perchè sarà passata, e tu sarai lontana... lontana monti e mari!
Adesso puoi anche pensare di essere in vantaggio... di vincere,
ma, fidati, le cose cambieranno tra qualche settimana, perchè arriverà il giorno in cui,
t'assicuro, sarò io a ridere!

29 marzo 2009

Sogni e sintomi

Significa tanto, non significa niente:
solo che adesso, di notte dormo di più, dormo meglio...
o quantomeno, sogno di meno.
I sogni, delle volte, non t'aiutano a vivere,
perché ti fanno desiderare, ti fanno bramare, ti fanno.... sognare, appunto!
Io sogno di mio, di notte, di giorno... troppo.
E alla lunga questo debilita, smobilita, tutte quelle certezze, che una persona, a fatica,
riesce a costruirsi, giorno per giorno, per essere stabile, per essere abile:
abile a muoversi, con disinvoltura, in mezzo alla pianura,
selvaggia, infittita di predatori sanguinolenti,
pronti a strapparti anima e cuore,
pronti a distruggerti, per farti da parte, per annientarti...
che non ce n'è di spazio, per tutti quanti.

24 marzo 2009

Momenti

Alla fine sono i momenti,
che gli uni attaccati agli altri,
determinano quello spazio temporale
che noi definiamo,
ore, giornate, vita.
Si creano e si distruggono,
in successione, in continuazione.
E passano, uno dopo l'altro,
loro passano,
e tu cerchi di afferrarli,
e mentre ti concentri su uno,
quello svanisce e un altro ne nasce,
e ne prende il posto.
Allora tu inizi daccapo,
con le mani, sempre vuote
e con le speranze abbandonate.
In questo, io ho finito
e un altro momento è già passato,
scrivendo
e ascoltando Open Wound,
dei Julie's Haircut.

22 marzo 2009

Destino?

S'attendono miracoli
a sovvertire un destino,
al quale,
nessuno crede
e che nessuno vuole.
Le giornate si moltiplicano
come batteri monocellulari,
che non possono far altro
che copiare e incollarsi,
sempre identici,
sempre dannosi.
Mi affanno a cercarmi,
a proiettarmi nel futuro,
figurandomi la fine che farei
e quale numero di busta sceglierei,
se avessi modo di parlarci,
guardandolo dritto in faccia,
a sto cazzo di destino.

19 marzo 2009

Schegge

Gli errori ti restano infilzati,
nella carne, come schegge.
Ed è dura estrarle,
pulirsene,
cauterizzare quelle ferite
che ti rimangono aperte,
in attesa,
di cicatrizzare quei ricordi,
sempre tesi, in movimento:
che diventa impossibile
coagulare, a questo sangue.

16 marzo 2009

Naufragare (dentro te)

Il guaio è che ti penso,
troppo,
anche se non voglio,
anche se decido che così è meglio.
Quando un percorso è sbagliato,
capisci che non ti aiuterà,
a venirne a capo,
che non ti servirà
a trovare un modo,
per fuggirne.
Al che, comprendi
ch'è inutile congetturare
e che non puoi pianificare:
perchè è oscuro il senso,
di questo naufragare.

12 marzo 2009

Cenere

E' quello che rimane,
dopo i fuochi fatui,
abbarbicati,
su certezze mancate,
in mezzo a strade asfaltate,
male,
da correggere carreggiate,
sterrate,
in metropoli modernizzate,
in aperitivi attardati,
che portano a letto, presto,
i sogni, ancora imballati.

9 marzo 2009

Il solito

Come se niente fosse stato,
il fine settimana è finito,
col suo retaggio di scorie,
da nascondere,
che si deve celare,
per apparire,
intatti e inattaccabili,
dinanzi a quegli specchi,
che ci aspettano,
per biasimarci, per schernirci.
Il tempo, intanto, travolge,
come sempre,
le nostre vite,
lasciandone, in briciole,
i ricordi,
ai quali appiccicarci,
per sentirci, per parlarci.

3 marzo 2009

Fragile

Tutto rimane inalterato,
il clima tra noi e fuori dalla finestra.
Il mal di gola permane,
ma non brucia, quanto la solitudine,
che ho ereditato dai tuoi dubbi,
e dai tuoi silenzi,
eretti come muri di vetro,
che sarebbero così facili
da distruggere, da infrangere,
eppure non si riesce, nonostante,
ci si osservi, da parte a parte.
La voglia di scrivere riempirebbe,
questo pomeriggio insulso,
di un riposo forzato,
che non mi serve, che non mi cura.
Avrei bisogno di un po' di sole,
ma sbaglio,
a cercarlo tra le tue parole.

I really don't care..

...and I guess that I just don't know