I fuochi d'artificio, fuori esplodono e deflagrano aforismi
che mi colorano il balcone, proteso all'autunno,
d'un viola che convola a nozze con la sera,
diafana e percorribile.
Lo stradario, intanto, imbevuto di dubbi,
si liquefa, sulle mie mani,
lasciandomele infangate e imbrattate
da vie e tragitti già percorsi
e da percorsi ancora vergini,
da poterci andare a zonzo,
libero di vagabondare, libero di bighellonare.
L'odore ed il prezzo della benzina aumenta,
fino ad entrarmi nei polmoni,
per poterci restare, per potersi trattenere,
almeno per un'altra notte,
almeno per un altro sogno.
5 commenti:
nn è che avessi un commento preciso da lasciare...
il tuo post è... così poetico...
contenta di aver fatto la conoscenza di questo blog.
Semplicemente: grazie.
i fuochi mi fanno venire in mente una notte magica dell'anno scorso, una festa del Redentore a Venezia, sotto San Marco in barca a vedere i fuochi che sembravano essere ovunque, in cielo, in acqua, una persona conosciuta lì e mai più rivista che mi teneva abbracciata mentre con la bocca aperta e la testa in su ci godevamo lo spettacolo...e le ultime parole che mi disse quella notte, " i fuochi e questa notte, come tutte le cose belle, portali sempre dentro di te"
ho letto un pò sai... and I like it.
good start
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