Questo sabato mattina inaugura il mio fine settimana,
che mi porta gli sconclusionati aneddoti,
già raccontati, già vissuti.
Mi sono scolato l'ultimo flacone di zitoxil
e c'ho trovato dentro il deserto della solitudine intellettuale,
che colpisce, detestabile, dopo la colazione.
Inerpicandomi sui paradigmi di Nietzsche,
arretro e incespico, cadendo in terra e picchiando il cranio
sul freddo del parquet in rovere.
Rialzandomi scopro una fenditura, una fessura,
dalla quale stilla e trabocca il mio equilibrio e la mia stupidità.
Mi asciugo le lacrime degli incubi notturni
e mi rivesto minaccioso per affronatare la gente,
là,
fuori in strada.
2 commenti:
adoro nietzsche.
detesto affrontare la gente là fuori.
è solo nelle crepe che si nascondono le nervature, e quindi la sostanza viva, delle cose. la crepa è segno che qualcosa ESISTEVA prima del crollo dovuto al caso o alla superficialità. guarda bene in quella fessura...
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