Tornando sui sentieri sbagliati,
adagiati, sulle vite a metà,
s'incastrano i dettami di rabbie,
scheggiate dalla mediocrità,
di un cinismo opaco, strizzato,
dimenticato, dalla stima mal sopportata,
ingoiata a smozzichi di banalità,
caduta a pioggia sui nostri crani, rasati,
di un rave, viola, in capannoni,
acidi di venti suburbani.
Il vuoto, c'è ancora, e s'aggira,
intorno alla TV, aspettando e ghignando,
al varco, dei vizi e delle virtù.
La gente parla,
e non ha niente da dire,
la gente parla,
parla e non vive.
3 commenti:
guardando la tv,mi è capitato di pensare questa cosa.
che basta un attimo,per cadere nel vuoto.
nell'espressione del nulla.
e quell'attimo a volte arriva e tu ci sprofondi dentro,senza neanche accorgertene
tu forse no.il tu ero io.che a volte ci sprofondo senza accorgermene.per fortuna mi sono sempre svegliata in tempo..ma ne ho vista di gente che non si è svegliata piu' da quel sonno..
[qst righe mi han fatto pensare a questo mio pensiero,ricorrente..magari non c'entra nulla.ma la ricezione è parte dell'opera,per alcuni.me fra questi.quindi ti ho lasciato la mia..]
ciao sonic..
..hai fatto benissimo!
ciao cara
è incredibile come una scatola sia capace di ottundere e incretinire i pensieri...che quando sono troppo carichi e sempre gli stessi (tipo quelli generati dall'immersione nel lavoro), fa anche bene dis-caricarli nella tv, ma quando diventa un vizio, fa paura!!
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