Sbadiglio, di stanchezza condita da un intorpidimento da tetraidrocannabinolo che si miscela con le tracce di quest'album che sembra regalatomi per il successo che non ho avuto.
Non c'ho voglia di spiegartelo, la mia testa dondola, il ritmo mi piace e allora sorrido, di gusto e piacere e continuo...
a sbadigliare.
(Sei fratello nel controllo....)
30 ottobre 2008
28 ottobre 2008
Alta velocità
C'è ormai poco da raccontare in questo deserto di sguardi che non condividiamo più. La primavera è arrivata, l'ha bruciata il sole s'è poi squagliata come le tue lacrime sull'asfalto delle mie idee che, forse mai, ti hanno accarezzato come avresti voluto. La nebbia ed il buio che arriva prima, ha sgualcito i cadaveri dei nostri propositi, fuggiti, in latitanza tacciati di alto tradimento. I cani ci abbaiano contro, in attesa degli avanzi, in attesa degli scarti. Io, continuo a scavare, continuo a fiutare, quel senso dell'orientamento che non mi ha mai abbandonato, ma che non ho mai posseduto. Le foglie ingiallite galleggiano su quest'atmosfera di simpatie finte e disastri annunciati. I tachimetri truccati c'illudono che le speranze si possono raggiungere, abbracciare e baciare, così corriamo, corriamo sempre più forte, pigiando duri, incuranti e minacciosi sugli acceleratori dei nostri sogni, ogni giorno più incantevoli, ogni giorno più arrendevoli.
24 ottobre 2008
21 ottobre 2008
L'altalena
Si va su poi giù, poi su poi giù, poi su, poi di nuovo giù...
Ma questo altalenare, questo barcamenarsi,
delle volte, nausea, urta, disturba
e alimenta fobie e attacchi di panico.
Questo viaggiare ininterrotto,
riesce a disgregare e a stomacare,
che anche la xamamina,
non arriva più a bastare.
Ma questo altalenare, questo barcamenarsi,
delle volte, nausea, urta, disturba
e alimenta fobie e attacchi di panico.
Questo viaggiare ininterrotto,
riesce a disgregare e a stomacare,
che anche la xamamina,
non arriva più a bastare.
20 ottobre 2008
Flashes
Mi stropiccio gli occhi,
chiedendo alle macchie luminose,
una risposta,
sperando di risolvermi.
Li riapro e il vortice,
lentamente termina
e ritorna,
la realtà.
chiedendo alle macchie luminose,
una risposta,
sperando di risolvermi.
Li riapro e il vortice,
lentamente termina
e ritorna,
la realtà.
19 ottobre 2008
Stato d'animo
Niente oggi sembra favorevole:
gira il mondo con ostilità,
ogni impressione mi fa debole
e sento dentro solo sfiducia.
Basse le nubi che opprimono;
fredda, aliena e bieca la città;
pensieri e gorghi bui mi assediano
con la loro azione sudicia.
Domani tutto si risanerà.
la vita tornerà gradevole.
Ma ora, in fondo alla voragine,
è dura... dura come non è stata mai.
(Cristiano Godano)
gira il mondo con ostilità,
ogni impressione mi fa debole
e sento dentro solo sfiducia.
Basse le nubi che opprimono;
fredda, aliena e bieca la città;
pensieri e gorghi bui mi assediano
con la loro azione sudicia.
Domani tutto si risanerà.
la vita tornerà gradevole.
Ma ora, in fondo alla voragine,
è dura... dura come non è stata mai.
(Cristiano Godano)
18 ottobre 2008
In successione
Questo sabato mattina inaugura il mio fine settimana,
che mi porta gli sconclusionati aneddoti,
già raccontati, già vissuti.
Mi sono scolato l'ultimo flacone di zitoxil
e c'ho trovato dentro il deserto della solitudine intellettuale,
che colpisce, detestabile, dopo la colazione.
Inerpicandomi sui paradigmi di Nietzsche,
arretro e incespico, cadendo in terra e picchiando il cranio
sul freddo del parquet in rovere.
Rialzandomi scopro una fenditura, una fessura,
dalla quale stilla e trabocca il mio equilibrio e la mia stupidità.
Mi asciugo le lacrime degli incubi notturni
e mi rivesto minaccioso per affronatare la gente,
là,
fuori in strada.
che mi porta gli sconclusionati aneddoti,
già raccontati, già vissuti.
Mi sono scolato l'ultimo flacone di zitoxil
e c'ho trovato dentro il deserto della solitudine intellettuale,
che colpisce, detestabile, dopo la colazione.
Inerpicandomi sui paradigmi di Nietzsche,
arretro e incespico, cadendo in terra e picchiando il cranio
sul freddo del parquet in rovere.
Rialzandomi scopro una fenditura, una fessura,
dalla quale stilla e trabocca il mio equilibrio e la mia stupidità.
Mi asciugo le lacrime degli incubi notturni
e mi rivesto minaccioso per affronatare la gente,
là,
fuori in strada.
16 ottobre 2008
Colpa tua
Penso al miele delle tue labbra,
che mi drogano,
di quell'oppio ch'è il tuo profumo,
di quel narcotico ch'è il tuo sorridere,
e m'impaccio mentre ti giro intorno,
come una falena ai lumi.
Non penso più ad altro,
da quando t'ho scoperto,
non sento più sconcerto,
da quando m'hai coperto,
col tuo sguardo e col tuo sorriso,
che all'improvviso ho condiviso
e senza rendermene conto,
sono caduto,
nell'incanto,
di quel tuo essere presente.
Ed io non faccio altro
ed io non scrivo d'altro,
per colpa tua.
che mi drogano,
di quell'oppio ch'è il tuo profumo,
di quel narcotico ch'è il tuo sorridere,
e m'impaccio mentre ti giro intorno,
come una falena ai lumi.
Non penso più ad altro,
da quando t'ho scoperto,
non sento più sconcerto,
da quando m'hai coperto,
col tuo sguardo e col tuo sorriso,
che all'improvviso ho condiviso
e senza rendermene conto,
sono caduto,
nell'incanto,
di quel tuo essere presente.
Ed io non faccio altro
ed io non scrivo d'altro,
per colpa tua.
14 ottobre 2008
Si muore
Mi piacerebbe non doverti solo sognare,
mi piacerebbe non doverti solo immaginare,
mi piacerebbe non dover recitare,
sostenere il ruolo di chi non ti può assaggiare,
perchè si muore...
non soltanto di tristezza,
ma anche d'amore.
mi piacerebbe non doverti solo immaginare,
mi piacerebbe non dover recitare,
sostenere il ruolo di chi non ti può assaggiare,
perchè si muore...
non soltanto di tristezza,
ma anche d'amore.
13 ottobre 2008
Braccia (le tue)
Siamo nervi e sangue caldo.
Caldo atteso e morboso.
Sogno, di lingue,
che s'incrociano e si stringono,
attorno a noi come serpenti,
per riempirci di giubilo e spavento.
Le mani afferrano la carne, di braccia
che mi cercano,
che ti cercano.
Caldo atteso e morboso.
Sogno, di lingue,
che s'incrociano e si stringono,
attorno a noi come serpenti,
per riempirci di giubilo e spavento.
Le mani afferrano la carne, di braccia
che mi cercano,
che ti cercano.
8 ottobre 2008
Immagino
Fa caldo, oggi,
un caldo che piace, che esalta,
esalta e innamora,
di quello che abbiamo,
di quello che vediamo,
di quello che sentiamo.
Ed io immagino,
fogli e parole,
che dovranno raggiungermi,
che potranno spingermi,
per sorprendermi e stupirmi,
Immagino di essere vicino,
molto vicino,
alla tua essenza,
alla tua eleganza.
Immagino quello che,
forse,
non dovrei immaginare,
ma mi piace, molto,
immaginarlo.
un caldo che piace, che esalta,
esalta e innamora,
di quello che abbiamo,
di quello che vediamo,
di quello che sentiamo.
Ed io immagino,
fogli e parole,
che dovranno raggiungermi,
che potranno spingermi,
per sorprendermi e stupirmi,
Immagino di essere vicino,
molto vicino,
alla tua essenza,
alla tua eleganza.
Immagino quello che,
forse,
non dovrei immaginare,
ma mi piace, molto,
immaginarlo.
6 ottobre 2008
La poesia (che mi hai chiesto)
Mi hai chiesto di scriverti una poesia,
ed ora che scrivo,
mi accorgo di non essere capace,
perché di talento sono privo,
e ho timore d'essere inefficace.
Ad esercitarmi con parole e frasi,
da potertene offrire, da potertene donare,
per regalarti, in piccole dosi,
gioie e sorrisi.
Mi piacerebbe disegnartela su tela,
una poesia, ma non riuscirei,
perché ho mani maldestre e inadatte
a dipingere le emozioni estratte
da un cilindro troppo confuso e intricato.
E allora provo a colorare,
con le parole,
le sensazioni e le percezioni,
che mi regali, quando mi dedichi un sorriso
quando persuadi la mia attenzione,
manovrandola, con fare deciso,
coi tuoi movimenti e coi tuoi atteggiamenti,
lunghi, sinuosi ed eleganti.
Provo a tratteggiare con le virgole,
le espressioni del tuo volto,
dei tuoi occhi,
neri, complicati, profondi e complessi,
che si perdono nel vuoto,
quando mi parli,
di te e dei tuoi sogni inespressi.
Provo a ritrarre le miriadi di impressioni,
che mi esplodono, a mo' di petardi,
quando sei intorno, quando sei nei paraggi,
indaffarata, affaccendata,
nei tuoi impegni, nei tuoi affari, nei tuoi sguardi
e mi omaggi,
della tua presenza e della tua essenza.
Mi hai chiesto di scriverti una poesia:
eccola, questa è la mia,
che altro non so fare,
che di appiccicare,
su questo muro,
le mie parole.
ed ora che scrivo,
mi accorgo di non essere capace,
perché di talento sono privo,
e ho timore d'essere inefficace.
Ad esercitarmi con parole e frasi,
da potertene offrire, da potertene donare,
per regalarti, in piccole dosi,
gioie e sorrisi.
Mi piacerebbe disegnartela su tela,
una poesia, ma non riuscirei,
perché ho mani maldestre e inadatte
a dipingere le emozioni estratte
da un cilindro troppo confuso e intricato.
E allora provo a colorare,
con le parole,
le sensazioni e le percezioni,
che mi regali, quando mi dedichi un sorriso
quando persuadi la mia attenzione,
manovrandola, con fare deciso,
coi tuoi movimenti e coi tuoi atteggiamenti,
lunghi, sinuosi ed eleganti.
Provo a tratteggiare con le virgole,
le espressioni del tuo volto,
dei tuoi occhi,
neri, complicati, profondi e complessi,
che si perdono nel vuoto,
quando mi parli,
di te e dei tuoi sogni inespressi.
Provo a ritrarre le miriadi di impressioni,
che mi esplodono, a mo' di petardi,
quando sei intorno, quando sei nei paraggi,
indaffarata, affaccendata,
nei tuoi impegni, nei tuoi affari, nei tuoi sguardi
e mi omaggi,
della tua presenza e della tua essenza.
Mi hai chiesto di scriverti una poesia:
eccola, questa è la mia,
che altro non so fare,
che di appiccicare,
su questo muro,
le mie parole.
2 ottobre 2008
Rollare
Rollo su dita abili,
che ondeggiano tra i forse e i perché,
rolla la mia testa nel girovagare di frasi e concetti
futili e incorporei.
Beccheggia la mia anima in un andirivieni,
di respiri che affievoliscono la lucidità,
sconfitta da una gran voglia di ridere, irresistibile.
Oscilla la bottiglia dal disappunto,
che conserva, sul fondo,
i consigli, i suggerimenti e le esortazioni.
Ondeggia il mio sussistere di cautele e ponderazioni,
eccessive, ridondanti e insalubri.
Rollano, ancora, le mie mani,
confortate dalla destrezza e dal talento,
che non ho mai avuto,
ma che ho sempre sognato,
di possedere.
che ondeggiano tra i forse e i perché,
rolla la mia testa nel girovagare di frasi e concetti
futili e incorporei.
Beccheggia la mia anima in un andirivieni,
di respiri che affievoliscono la lucidità,
sconfitta da una gran voglia di ridere, irresistibile.
Oscilla la bottiglia dal disappunto,
che conserva, sul fondo,
i consigli, i suggerimenti e le esortazioni.
Ondeggia il mio sussistere di cautele e ponderazioni,
eccessive, ridondanti e insalubri.
Rollano, ancora, le mie mani,
confortate dalla destrezza e dal talento,
che non ho mai avuto,
ma che ho sempre sognato,
di possedere.
1 ottobre 2008
Voli pindarici
Rimbalzo sui muri,
mentre attraverso lo zoo di Berlino,
a piedi nudi e senza salvacondotti.
Respiro l'aureolac per stordirmi a poco prezzo,
perché la vita costa e i vizi ti rovinano.
M'immergo sino alle ginocchia,
per attraversare la strada
e osservare le vetrine dei negozi di lusso,
perché senza guanti non ci si può toccare.
Faccio lo slalom, in stazione, tra i clochard,
per accattonare gli spiccioli,
di un mese che è passato
e devo pagarmi un mutuo ed un divano in pelle.
mentre attraverso lo zoo di Berlino,
a piedi nudi e senza salvacondotti.
Respiro l'aureolac per stordirmi a poco prezzo,
perché la vita costa e i vizi ti rovinano.
M'immergo sino alle ginocchia,
per attraversare la strada
e osservare le vetrine dei negozi di lusso,
perché senza guanti non ci si può toccare.
Faccio lo slalom, in stazione, tra i clochard,
per accattonare gli spiccioli,
di un mese che è passato
e devo pagarmi un mutuo ed un divano in pelle.
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I really don't care..
...and I guess that I just don't know