9 luglio 2008

Via Ponale

La pioggia non ci laverà mai abbastanza
per cancellare il sapore della vita che abbiamo vissuto
in quegli ambienti che sapevano di malsana esistenza.
Su quel divano arancione, in ciniglia,
sul quale abbiamo spalmato le nostre anime.
Tra quei mobili assurdi e inadatti,
che hanno ascoltato i nostri discorsi allucinanti,
oppure il silenzio di sguardi insani.
In mezzo allo squallore di lattine vuote di birra aster,
dappertutto,
che sembrava fossero loro i proprietari,
talmente ce n'erano.
Col balcone invaso dalle bottiglie vuote, di ogni tipo.
Con i letti, come noi, sempre sfatti,
con le malattie nuove,
con le scritte in ascensore,
con qualcuno che urla,
col cigno sul pianerottolo,
con Vinicio, dal quale, imbelli, non ci sapevamo difendere.
Coi viaggi al parco nord, per fuggire
da un mondo che non ci piaceva,
da una vita che ci esplodeva all'interno.
Dai viaggi sul due,
traghettatore delle nostre speranze,
sempre disattese.
Dalle scarpe vecchie,
dalle ghignate tristi,
dai panini col pane finto,
dai risvegli con il cannone su di un vassoio,
dalle bottiglie lanciate sulle auto parcheggiate,
dal voler fuggire, per poi voler sempre ritornare,
dalle scritte dietro ai quadri,
dalle lacrime che, non so perchè piango,
dal caos, che non esiste,
dal fuoco...
che se non lo spegni tu,
bruciamo vivi.

Nessun commento:

I really don't care..

...and I guess that I just don't know