Mentre guardavi fuori dalla porta, oggi, io osservavo il tuo collo.
Tu mi parlavi pensando stessi contemplando la medesima realtà, ma in verità, io stavo ispezionando il tuo collo.
Estasiato l'ho ammirato, accarezzato da quei capelli che, ribelli al tuo fermaglio, ti sfioravano.
Mi sarebbe bastato allungarmi di pochi centimetri per lambirlo con le labbra, per baciarlo, assaggiarlo, sentirne il sapore.
Non l'ho fatto, ho continuato ad esplorarlo, a sognarne l'approdo, la perlustrazione, la scoperta, la ricognizione. Ne ho bramato il profumo, la sensazione, l'essenza e l'ho lasciata tale: una fantasia
da custodire per tutta la giornata, tant'è che ancora ne parlo, con lo zelo e l'energia, che ancora non si disinteressano, a distanza di ore.
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