Stasera ho riportato indietro la macchina,
con la quale ti ho guidato, per mesi,
nella quale ti ho pensato e immaginato, per ore,
dentro la quale abbiamo scopato,
sotto i tralicci dell'alta tensione,
in mezzo ad un'afa infernale,
che mi faceva sudare,
che ti faceva venire,
su di me, a stringerci,
a non starci,
comodi,
ma bene a sufficienza,
da non riuscire a stare senza,
i nostri splendidi corpi,
che s'avvinghiavano,
che si desideravano,
nonostante il frastorno,
nonostante il mondo intorno,
che ci siamo portati in giro,
un amore disadorno,
ma splendido, per quello ch'è stato
e magico, per quanto sia durato.